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Limiti e norme sulla videosorveglianza per privati e aziende

Blog SEI Sicurezza - Istanza di autorizzazione videosorveglianza

La protezione di un impianto video

Quando si vuole proteggere la propria casa, il proprio negozio o la propria azienda da furti e atti vandalici sono sicuramente utili sia serratureinferriate e accessi blindati, sia sistemi antifurto affidabili, magari collegati con le Forze dell’Ordine. Noi di SEI Sistemi di Sicurezza lo sappiamo bene, perché siamo specialisti nella vendita e nell’installazione di sistemi di antifurto e antintrusione in tutto il Triveneto, e non solo. 

Tuttavia anche che il migliore impianto di antifurto non può proteggere completamente la vostra attività o la vostra casa se non è abbinato anche ad un sistema divideosorveglianza efficace. Senza la deterrenza di una telecamera in grado di registrare le loro azioni, infatti, i malintenzionati, siano essi ladri o semplici vandali, si possono sentire relativamente tranquilli nel portare a termine i propri piani. Alla peggio, infatti, saranno costretti a fuggire in modo precipitoso per il suono della sirena, ma non corrono il rischio di venire identificati in alcun modo.

Sono considerazioni come queste che hanno portato ad una diffusione sempre maggiore degli impianti di videosorveglianza privati, soprattutto da quando le tecnologie Full HD consentono di avere immagini molto dettagliate, in grado di identificare chiaramente un viso o un numero di targa.

Installare un impianto di videosorveglianza per proteggere la vostra azienda, la vostra attivitàcommerciale o la vostra casa può essere quindi molto utile per scoraggiare ladri e vandali, ma occorre conoscere e rispettare le norme che regolano, a tutela della privacy, l’utilizzo di questi sistemi.

In questo articolo cercheremo brevemente di fornirvi un elenco ragionato delle principali linee guida delle normative in materia di impianti di videosorveglianza per privati, in modo da dare un’idea di come sia possibile muoversi in questo campo nel pieno rispetto della legge.

I principi fondamentali da rispettare

Chi desidera installare un impianto di videosorveglianzadeve seguire, a norma di legge, alcuni principi, individuati dal Garante per la Privacy: il principio di liceità, quello di proporzionalità, quello di corretta finalità e quello di necessità.

Secondo il principio di liceità chi installa un impianto di videosorveglianza, indipendentemente dal fatto di essere un ente pubblico o un privato, deve impegnarsi a rispettare tutte le norme generali in materia di ripreseaudiovisive, come, ad esempio, quella che non consente di riprendere i lavoratori nell’esercizio della propria attività o quella che obbliga a dichiarare con un cartello la presenzadi una telecamera nell’area.

In secondo luogo, la dimensione e la gestione di un impianto video di sorveglianza devono essere proporzionate allo scopo che viene lecitamente perseguito da un privato. Questo principio si applica innanzitutto alla quantità di telecamere installate e alla loro posizione, che deve permettere la sorveglianza solo dei punti sensibilidel bene protetto, senza eccedere in alcun modo. Ad esempio è consentito avere una telecamera che inquadra dall’esterno l’ingresso del proprio negozio, ma non se questa permette anche di visionare il passaggio su una porzione troppo ampia di marciapiede o di strada.

Inoltre, il principio di proporzionalità incide anche sul tempo in cui si possono conservare i dati registratidall’impianto, limitandoli allo stretto indispensabile per le finalità di sorveglianza che è, salvo situazioni particolari, fissato in un massimo di ventiquattro ore.

Il principio di corretta finalità, poi, stabilisce che sia possibile perseguire solo scopi lecitamente di pertinenzadel proprietario dell’impianto, come ad esempio quello di sorvegliare un proprio bene immobile, ma non altri, non di sua competenza, quali la sicurezza pubblica o la prevenzione e l’accertamento di reati in genere, che sono di pertinenza delle Forze dell’Ordine.

Gli scopi per cui si realizza la videosorveglianzaattraverso un impianto di telecamere, inoltre, devono essere resi espliciti e pubblici in modo contestuale alla comunicazione della presenza delle telecamere. In altre parole, il cartello che segnala che una zona è videosorvegliata deve anche specificare i motivi di tale sorveglianza.

Infine, un impianto di videosorveglianza deve rispondere al principio di necessità. Si tratta forse del criterio più sfumato, che si presta a diverse interpretazioni: in sostanza la legge dice che non si può installare un sistemadi videosorveglianza se è possibile raggiungere lo stesso risultato con altri mezzi, come ad esempio assumendo 

delle guardie a tempo pieno. questa norma viene applicata, di fatto, per sanzionare eventuali abusi nell’uso delle telecamere, in riferimento ad alcune finalità per cui non sono ritenute necessarie. Ad esempio, non si può installare un sistema di videocamere in tutti i locali in cui è vietato fumare per fare rispettare questo divieto oppure inquadrare un’area verde per controllare che le aiuole non vengano calpestate.

Le tecnologie di videosorveglianza

Dopo aver visto, brevemente, le linee guida imposte dalla normativa sull’utilizzo degli impianti di videosorveglianza, soffermiamoci, per concludere, su quali tecnologie siano attualmente in uso per i sistemi di telecamere di sorveglianza e sulle loro caratteristiche.

Molte aziende, attività commerciali e abitazioni private possiedono ancora un impianto di videosorveglianzaanalogica, in cui le telecamere a risoluzione standardsono collegate con cavi di rame al dispositivo di registrazione. Si tratta di sistemi solidi e funzionali, ma che forniscono, però, immagini con una risoluzione spesso troppo bassa per poter identificare gli eventuali autori di un furto o di un atto vandalico.

Molti nostri clienti con impianti di questo tipo sono passati, con un investimento tutto sommato modesto, ad un sistema Full HD del tipo HDCVI (High DefinitionComposite Video Interface), HDTVI (High DefinitionVideo Transport Interface) o AHD (Analog HighDefinition).  Tutti questi diversi standard di codifica delle immagini hanno infatti in comune la caratteristica di poter effettuare la trasmissione sui vecchi cavi in rame e consentono quindi di aggiornare un vecchio impiantoanalogico rendendolo Full HD.

Per chi, invece, deve installare un nuovo impianto di videocamere di sorveglianza, sono disponibili anche tecnologie di trasmissione wireless che, anche se hanno il notevole vantaggio pratico ed economico di non richiedere la posa di cavi, hanno bisogno di una connessione internet a grande capacità, per poter trasmettere la mole di dati costituita dalle immagini ad altadefinizione.

In ogni caso, SEI Sistemi di Sicurezza è in grado di assicurarvi una consulenza progettuale di qualità per studiare insieme a voi la migliore soluzione per la protezione della vostra azienda o della vostra abitazione.

Francesca Quaggia
Francesca Quaggia
Amministratrice, responsabile marketing e comunicazione, formazione e sicurezza sul lavoro, responsabile infrastruttura aziendale, coordinatrice strategia d’azienda, ricerca nuovi clienti.

2 Comments

  1. antonia ha detto:

    Per quanto riguarda un sistema di video sorveglianza all’interno dell’abitazione ci sono problemi? Avevo visto su spesaelettrica la elvox wifi cam per controllare l’ interno appartamento anche da remoto, quindi la videocamera non punterebbe sulla strada. Grazie

    • Riccardo ha detto:

      In ambito privato non ci sono particolari limitazioni come nell’ambito lavorativo/pubblico a patto che non venga lesa la privacy di chi frequenta l’abitazione, per esempio, divulgazione di materiale senza il consenso degli interessati, avvisare eventuali lavoratori occasionali esterni (idraulico, giardiniere ecc…), non inquadrare spazi o zone al di fuori della proprietà privata. Nel caso vi fosse la presenza di lavoratori/lavoratrici come le badanti allora bisognerebbe eseguire il classico iter autorizzativo come se fosse un’azienda.

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