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La progettazione degli impianti antincendio

Norme di progettazione di impianti antincendio Allarme antintrusione e antifurto nebbiogeno a Padova, Venezia, Treviso e Rovigo

Il quadro normativo

La progettazione di un impianto di rilevazione e spegnimento incendi e la sua successiva realizzazione e manutenzione sono, con tutta evidenza, attività che richiedono la massima cura per il rischio che un incendio rappresenta per la vita umana, oltre che per i beni che vengono distrutti.

È quindi logico che esistano leggi nazionali che, richiamandosi a norme tecniche internazionali, prescrivono le caratteristiche obbligatorie per un progetto antincendio, chiarendo quali informazioni debbano necessariamente essere contenute nella relazione tecnica, negli elaborati grafici e in tutte le componenti del progetto.

Le norme di riferimento sono attualmente il DM 20/12/2012, che ha assunto validità da inizio 2013 e il più recente DM 23/11/2018 che però si riferisce solo ai centri commerciali, o meglio alle attività commerciali con superficie lorda superiore ai 400 m2.

Nel DM del 2012 vengono preliminarmente suddivisi due tipi di situazione progettuale differenti tra loro: il caso in cui l’impianto si applichi ad una attività non regolata da norme specifiche e quello in cui, al contrario, esistano norme specifiche di riferimento.

In entrambi i casi vengono richiesti alcuni documenti obbligatori, il cui contenuto è dettagliato nel testo del decreto, volti a chiarire il procedimento seguito nel realizzare il progetto. In questo articolo ci soffermeremo su questo procedimento e lo analizzeremo alla luce dell’esperienza di SEI Sistemi di Sicurezza che progetta, installa e fa manutenzione su impianti antincendio in tutto il Triveneto e in particolare nelle province di Padova, Treviso, Venezia, Rovigo, Vicenza e Bolzano.

I fattori da considerare nella progettazione antincendio

Il DM del 20 dicembre 2012 indica una serie di elementi informativi che devono essere necessariamente presenti nella relazione tecnica da esibire nei casi in cui non esistano norme antincendio specifiche per quel particolare tipo di attività. Questo elenco di temi da trattare ci fornisce anche, in modo indiretto, uno schema di procedimento logico da seguire durante la progettazione e la sua analisi può chiarire bene le criticità di questo tipo di impianto.

La prima parte della relazione tecnica deve contenere l’analisi dei fattori di rischio di incendio, come la destinazione d’uso dei locali in oggetto, il loro carico d’incendio, l’eventuale stoccaggio di sostanze infiammabili, nonché le lavorazioni, le macchine, le movimentazioni e gli impianti tecnici che vengono ritenuti rilevanti da questo punto di vista.

In secondo luogo bisogna tenere conto delle condizioni ambientali, ossia delle caratteristiche costruttive e di layout degli edifici, delle loro vie d’accesso, degli impianti di ventilazione presenti e delle condizioni di affollamento degli ambienti, anche in base a particolari minorazioni che possano avere le persone presenti.

A questo punto si potrà valutare almeno qualitativamente il rischio di incendio e stabilire una idonea strategia di compensazione del rischio stesso. Per realizzare concretamente questa strategia, poi, bisognerà determinare le caratteristiche tecniche dell’impianto, come ad esempio le portate di liquido o gas estinguente, la loro pressione di esercizio e le fonti di approvvigionamento. Inoltre, bisognerà definire la qualità e le funzionalità minime dei componenti con cui si costruirà l’impianto, in base alle prestazioni garantite dai prodotti attualmente sul mercato.

Infine, come ultima parte della relazione tecnica il progettista deve indicare come l’azienda deve fare fronte al rischio residuo e fronteggiare un’eventuale emergenza attraverso una gestione appropriata e con quali mezzi può ulteriormente ridurre il rischio per le persone presenti.

Tecnici qualificati e certificazioni di conformità

Naturalmente anche la migliore delle procedure per essere applicata correttamente ha bisogno di un tecnico qualificato che se ne occupi e per questo il DM 20/12/2012 definisce le figure del “tecnico abilitato” e del “professionista antincendio”.

Il primo è un iscritto ad un albo professionale che, operando nell’ambito delle proprie competenze, è abilitato alla redazione di progetti e alla supervisione dei lavori di realizzazione di impianti per lo spegnimento degli incendi.

Il “professionista antincendio”, invece, è un tecnico iscritto ad un albo professionale che, inoltre, sia anche iscritto negli appositi elenchi del Ministero degli Interni. Solo questa figura è autorizzata a firmare tutti quei documenti in cui sia necessaria una competenza specifica di alto livello, in grado di affrontare situazioni che esulano anche dalle norme prescritte, come nel caso delle deroghe o di progetti eseguiti con approccio ingegneristico.

Parallelamente è anche necessario certificare la conformità di tutti gli elementi che hanno costituito i dati basilari su cui si è costruito il progetto dell’impianto antincendio. Occorre certificare, ad esempio, la resistenza al fuoco di tutti gli elementi strutturali portanti e separanti che formano gli ambienti in analisi, ma anche le caratteristiche di infiammabilità e di resistenza di tutti i prodotti e materiali la cui presenza è prevista nella struttura.

Allo stesso modo, tutti gli elementi costitutivi dell’impianto, come i sensori di rilevazione, gli apparecchi di spegnimento, le tubature e il sistema di controllo devono essere certificati nelle loro caratteristiche tecniche e nella loro efficienza di funzionamento.

Infine, l’installazione di questi componenti e, in generale, l’intera realizzazione dell’impianto deve essere certificata in base al criterio del lavoro eseguito a regola d’arte, ossia in modo conforme allo stadio dello sviluppo delle capacità tecniche relative a procedure e prodotti, secondo quanto comprovato da risultati scientifici, tecnici e sperimentali.

Installazione e manutenzione

SEI Sistemi di Sicurezza non si occupa solo di progettare impianti di rilevazione e spegnimento incendi realizzati a regola d’arte, secondo criteri di prudenza e professionalità che vanno oltre al puro dato tecnico scritto nelle norme, ma si occupa anche di installazione e manutenzione.

In effetti non si può trascurare il fatto che un buon impianto antincendio non può essere realmente efficace se non viene assicurata un’installazione eseguita con cura da parte di chi, come SEI Sistemi di Sicurezza ha una lunga esperienza nel settore.

In effetti, al di là delle norme e dei criteri progettuali che pure sono essenziali per garantire un buon livello di sicurezza in un impianto antincendio, le situazioni concrete sono così differenti l’una dall’altra da rendere particolarmente importante il contributo dell’esperienza dell’installatore.

La manutenzione, poi, ha un ruolo essenziale, tra l’altro regolato precisamente dalle normative, per il mantenimento dell’efficienza dell’impianto, sia dal punto di vista della verifica dell’approvvigionamento delle sostanze estinguenti, sia da quello del buon funzionamento di tutte le componenti dell’impianto stesso.

Francesca Quaggia
Francesca Quaggia
Amministratrice, responsabile marketing e comunicazione, formazione e sicurezza sul lavoro, responsabile infrastruttura aziendale, coordinatrice strategia d’azienda, ricerca nuovi clienti.

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