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I sistemi antintrusione per la tua azienda

Sistemi antintrusione a Padova, Venezia, Treviso, Rovigo

Il sistema migliore per proteggere il tuo lavoro

Proteggere dai ladri la nostra attività commerciale o la nostra azienda è una delle preoccupazioni più diffuse, non solo per salvaguardare il frutto dei nostri sforzi, ma anche per tutelare l’incolumità nostra e dei nostri dipendenti e collaboratori.

L’esperienza di SEI Sicurezza, che opera a Padova, Venezia e Treviso e in tutto il Triveneto, da Rovigo a Bolzano, potrà darvi modo di trovare il sistema di allarme più adatto per la vostra tipologia di azienda, dalla protezione di grandi capannoni e magazzini, a quella di piccoli esercizi commerciali.

In questo articolo parleremo dei sistemi antintrusione, ossia di quegli impianti il cui scopo è quello di prevenire ingressi indesiderati in un’area prestabilita e, nel caso avvengano, di mettere in fuga con meno danni possibili gli intrusi, avvisando anche il proprietario e le forze dell’ordine.

In particolare, ci soffermeremo in generale sul funzionamento degli impianti antintrusione accennando alle loro diverse tipologie e al tipo di impiego più adatto per i diversi luoghi da proteggere.

Il funzionamento dell’impianto antintrusione

Da un punto di vista generale, per iniziare a capire di cosa stiamo parlando, immaginiamo i sistemi antitrusione come formati essenzialmente da tre parti: una serie di sensori di diverso tipo, in grado di percepire cosa sta avvenendo nel luogo da proteggere,  una centralina, ossia un piccolo computer che riceve le informazioni dai sensori e decide quali azioni intraprendere e, infine, alcuni apparecchi che eseguono le azioni necessarie.

Sotto un certo punto di vista, un impianto antitrusione ha degli “occhi” che gli permettono di vedere cosa accade, un “cervello” che prende delle decisioni e delle “mani” che agiscono di conseguenza. Il tutto, naturalmente, deve essere collegato in qualche modo, per far sì che le informazioni passino da un dispositivo all’altro e deve funzionare solo quando il proprietario lo desidera, seguendo le sue indicazioni.

Per ottenere, a costi limitati, tutte queste caratteristiche si ricorre, naturalmente, all’elettronica, che è in grado di produrre sistemi miniaturizzati sia come sensori, sia per eseguire i programmi impostati e realizzare, quindi, la protezione necessaria. Occorre infatti ricordare che, al di là degli apparecchi utilizzati, la progettazione del sistema ha come scopo impedire l’intrusione o, se essa avviene, limitare al più possibile i danni prodotti dagli intrusi.

Le tecnologie degli impianti antintrusione

Se guardiamo alla progettazione di un sistema antintrusione, possiamo immaginare due situazioni tipo: un negozio su strada, composto da pochi locali, oppure un edificio circondato da uno spazio recintato, come un capannone industriale o un magazzino. Nel primo caso sarà sufficiente posizionare dei rilevatori di apertura su porte e finestre, eventualmente integrati da un rilevatore ad infrarosso volumetrico che, mediante una telecamera, consenta di registrare ciò che avviene all’interno.

Nel secondo caso, invece, sarà necessario prevedere anche delle barriere antintrusione da esterno, come la barriera perimetrale antintrusione, ad esempio, per evitare che gli intrusi possano superare la recinzione della proprietà.

I principali componenti che possiamo trovare in commercio sono: i sensori di apertura, in grado di proteggere potenziali accessi, come porte o finestre, i sensori volumetrici, che rilavano la presenza di persone in movimento nell’area che stanno monitorando e, infine, le telecamere ad infrarossi, in grado di registrare immagini anche in assenza di luce.


La qualità di questi apparecchi è uno dei punti di forza di un buon sistema di allarme antintrusione, perché è da qui che prende le mosse l’azione complessiva dell’intero sistema: senza dei sensori ben funzionanti e affidabili, infatti, non può, anche nel migliore dei casi, partire nessun allarme.

Sistemi con filo o senza filo?

Come abbiamo detto sopra, per un buon funzionamento del sistema i diversi componenti dell’impianto antintrusione (la centralina, i sensori, le sirene etc.) devono dialogare tra loro trasmettendosi informazioni in modo rapido e sicuro. In mancanza di una buona comunicazione, infatti, anche i migliori componenti possono dare luogo ad un sistema antintrusione malfunzionante o inefficace.

Attualmente, sono diffusi due sistemi di comunicazione: quello filare, ossia basato su cavi elettrici, e quello in frequenza, che utilizza onde radio. Le differenze sono molteplici, soprattutto dal punto di vista dell’affidabilità e della difficoltà di installazione in strutture già esistenti, come accade nella maggior parte dei casi.

I cavi elettrici trasmettono in modo sicuro l’informazione, ma necessitano di essere protetti da eventuali manomissioni e, quindi, richiedono lavori di muratura per essere installati in modo del tutto sicuro. D’altra parte, le trasmissioni in frequenza tra le diverse componenti dell’impianto possono venire disturbate in modo da rendere, di fatto, non funzionante l’intero sistema.

Una soluzione per unire i pregi delle due tecnologie è quella adottata dai prodotti che commercializziamo ed installiamo: la trasmissione in multifrequenza. Si tratta, in pratica, di un sistema di comunicazione tra dispositivi che si basa su segnali scambiati in più frequenze, solitamente tre o quattro, praticamente impossibile da disturbare efficacemente. In questo modo, si hanno i vantaggi della semplicità di installazione dei sistemi senza cavi, uniti alla sicurezza garantita dagli impianti filari.

Per alcuni di questi sistemi, inoltre, forniamo anche il servizio di teleassistenza, ossia la possibilità, su formale richiesta del cliente, di agire sui parametri dell’antifurto da remoto, attraverso il lavoro dei nostri tecnici. Sarà così possibile, anche in  assenza del cliente, modificare gli orari di funzionamento, escludere o attivare alcuni specifici sensori o svolgere una semplice operazione di diagnostica dell’impianto per garantirne l’operatività.

I sistemi di dissuasione

Accenniamo, infine, a due concetti molto importanti, che si basano su un semplice ragionamento: lo scopo degli intrusi è, normalmente, il furto e tutto ciò che può impedire loro, anche una volta entrati, di portare a termine la rapina è da considerare parte integrante del sistema antintrusione.

Un sistema di dissuasione, ad esempio, è costituito dalla presenza, segnalata in modo chiaro per chiunque si avvicini all’edificio, di una società di vigilanza, collegata da una centrale operativa, che monitora l’impianto in remoto, ogni volta lo ritenga necessario, e che visiona direttamente i filmati, identificando, molto spesso, gli intrusi e avvisando, immediatamente, le forze dell’ordine.

Un secondo sistema di dissuasione, particolarmente ingegnoso, è il sistema nebbiogeno che crea, in meno di un minuto, una coltre nebbiosa del tutto innocua sia per le persone, sia per gli oggetti, gli impianti e gli arredamenti, ma così fitta da impedire all’intruso di orizzontarsi nel locale e da costringerlo, quindi, ad una fuga precipitosa, a maggior ragione per l’entrata in funzione di una sirena o per la presenza di un sistema di comunicazione diretta dell’intrusione alle forze dell’ordine locali.

Francesca Quaggia
Francesca Quaggia
Amministratrice, responsabile marketing e comunicazione, formazione e sicurezza sul lavoro, responsabile infrastruttura aziendale, coordinatrice strategia d’azienda, ricerca nuovi clienti.

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