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Telecamere finte: non conviene

Blog SEI Sicurezza - Installare telecamere finte videosorveglianza privata

Visto le numerose richieste di chiarimenti, di seguito pubblichiamo un articolo che definisce le responsabilità in capo a chi installa telecamere finte.

Le motivazioni che spingono un proprietario ad installare delle finte telecamere possono essere per:

–  scopo deterrente, con l’obiettivo quindi di allontanare possibili malviventi

– evitare gli obblighi dettati dal Codice della Privacy

– non dover procedere agli adempimenti richiesti dallo Statuto dei Lavoratori

Le problematiche che l’azienda installatrice di telecamere finte si trova ad affrontare sono le seguenti:

  1. La videosorveglianza come ben sappiamo è ammessa solo quando permette al titolare di un’azienda di aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
  2. In presenza di impianti di videosorveglianza l’informativa è obbligatoria e deve essere esaustiva.
  3. Nel caso ci siano dei lavoratori prima dell’installazione deve essere richiesta apposita autorizzazione alle DPL locali o alle rappresentanze Sindacali.

Vediamo ora come questi aspetti vanno ad interferire con l’installazione di una telecamera fittizia:

  1. I sistemi di videosorveglianza sono autorizzati esclusivamente quando consentono di aumentare la sicurezza di un’area potenzialmente a rischio, come potrebbe essere il parcheggio di un supermercato; di conseguenza installare una telecamera finta è fuorviante rispetto al principio stesso di aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. L’utilizzo di un finto sistema di videosorveglianza, oltre ad essere una interpretazione pericolosa e non ammessa dalla normativa, è anche una responsabilità in carico al titolare della proprietà. Se avviene un fatto illecito all’’nterno dell’area soggetta a finta ripresa, il cliente si troverebbe a non poter utilizzare le immagini come prova del reato; ancor più grave le autorità giudiziali non potrebbero utilizzare il sistema per reprimere reati gravi come rapine, lesioni o altro. Nel caso invece, in cui l’area non richieda impianto di videosorveglianza perché superfluo ai fini della sicurezza, nessun tipo di telecamera (nemmeno finta) è ammessa.
  2. L’informativa è sempre obbligatoria, che sia vera o finta la telecamera deve essere segnalata con appositi documenti.
  3. Idem vale per autorizzazioni di DPL e Sindacati: nel caso in cui vi sia un impianto di videosorveglianza, vero o finto che sia, i dipendenti hanno il diritto di richiederne l’autorizzazione in capo al titolare. Se l’impianto viene installato per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’iter dovrà essere quello classico di richiesta preventiva e installazione a seguito di autorizzazione. Se l’installazione effettiva è di una telecamera fittizia questa sarà una responsabilità a carico del titolare per le ragioni indicate al punto 1.

 

Tirando le somme, a nostro avviso non conviene in nessun caso installare delle telecamere fittizie. Dove la normativa lo consente, aumentare la sicurezza nei luoghi pubblici e di lavoro con la registrazione reali di immagini, rappresenta sempre un ottimo metodo per contrastare i possibili reati.

Perché rischiare con delle telecamere finte, installa un impianto di videosorveglianza a regola d’arte.

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Riccardo
Riccardo
Amministratore azienda INTEGRA SEI s.a.s. Responsabile tecnico-commerciale settore Videosorveglianza e Antintrusione. Responsabile tecnico-commerciale sviluppo nuovi prodotti. Responsabile innovazione prodotti.

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