Abbiamo raccontato in un articolo precedente quali siano le diverse modalità con cui i criminali fanno esplodere i bancomat con l’obiettivo di rubare il denaro contenuto.
Secondo i dati del Centro di Ricerca sulla Sicurezza Anticrimine – OSSIF – negli ultimi 15 anni, è cresciuto il numero di attacchi agli ATM bancari a fronte, invece, di una riduzione del numero di rapine. Gli sportelli bancomat sono diventati il primo obiettivo assoluto dei malviventi anche grazie alla facilità con cui si può accedere immediatamente a una grande quantità di denaro contante.
Al di là del furto di denaro, alle volte molto consistente, la problematica principale che i Responsabili della Sicurezza del mondo bancario si trovano a dover gestire è il danno correlato alla filiale che si distingue in:
1) Danno primario che consiste nel danneggiamento vero e proprio della filiale. A seconda che il tentativo di esplosione vada o meno a termine abbiamo:
2) Danno secondario, ovvero, legato a tutti i costi derivanti dall’esplosione o dalla tentata esplosione. Si fa riferimento a tutti i costi anche quelli non propriamente fisici, ma che incidono notevolmente sul bilancio finale. Questi si riassumono:
Per contrastare il fenomeno degli attacchi ai bancomat, ad opera dalla micro criminalità diffusa, il nostro team di specialisti in collaborazione con un noto Istituto Bancario, ha progettato un sistema di protezione, sia dell’ATM posizionato fronte strada che di quello installato nell’area self.
Previene e limita i danni e contribuisce alla riduzione del rischio,
e di conseguenza alla riduzione del costo classificato come premio assicurativo.
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